Dott. Loris Pinzani (psicologo e psicoterapeuta)
Il termine panismo deriva da Pan, dio dei boschi nella mitologia greca; esprime una chiara connotazione che fa riferimento al paganesimo antico (…) Nelle sue varie espressioni l’arte ha tratto spesso energia dalla possibilità di individuare negli aspetti della natura la potenza della natura stessa, la sua squisita derivazione intima, la tracotante energia della sua essenza anche aldilà di un senso iconografico apparente che non coinvolge solo un’espressione ma arriva alla sensazione che scaturisce dall’assumere che si è parte di un “tutto” ( in greco antico pan significa tutto, appunto) vastissimo, anzi, sconfinato (…) Le fanciulle sorgono insieme alla natura dalla terra che origina tanto loro quanto la vegetazione e di esse le creature umane hanno sia l’espressione di insieme che i colori brucianti e vitali nel senso strutturale dell’immagine. Nell’opera di Košvanec traspare in ogni particolare un’intensità naturale, e pure eccessiva, per essere considerata una semplice raffigurazione della vita silvestre, come se i colori non bastassero a sé stessi nel tentativo di rendere la luce che colpisce gli oggetti.
Dott. Stefano Macconi (storico dell’arte)
Letteratura e arte sono sempre state collegate. (…) Ciò che maggiormente interessa Košvanec è lo studio della figura umana, specialmente quella femminile, inserita all’interno di uno spazio, quello naturale. Košvanec ne dà una lettura panista, mettendo in evidenza la vegetalizzazione, ovvero la fusione dell’uomo con la natura, elemento tipicamente dannunziano espresso ne “La pioggia nel pineto“ (…) Nelle opere di Košvanec sono emersi alcuni temi molto interessanti come lo stretto rapporto fra uomo e natura e la celebrazione della joie de vivre. Tali temi mostrano legami con gli scritti poetici di Gabriele D’Annunzio. In particolar modo nell’ “Alcyone”, il grande poeta italiano affronta il tema del panismo.
(…) Questa tematica viene introdotta per la prima volta nel panorama letterario italiano, anche se aveva già avuto un notevole sviluppo nel panorama culturale europeo e in particolar modo germanico, in epoca romantica (…) fondamentale è quindi capire come sia potuto avvenire il contatto tra la poetica dannunziana e la pittura di Košvanec. A tal proposito bisogna tenere in considerazione il fatto che il sommo Vate italiano godeva di grande fama e ammirazione in Cecoslovacchia, attuale Repubblica Ceca, sin dal 1896, quando venne tradotto il suo primo romanzo in ceco, “Il trionfo della morte”. La traduzione di questo romanzo venne fatta da Rudolf Cernohorsky e commentata nello stesso anno dal filosofo Tomas Masaryk, che diventerà dopo un ventennio il primo presidente della Repubblica cecoslovacca (…) Maria Votrubova-Haunerova traduce l’Alcyone in ceco. Si può quindi ipotizzare che Košvanec abbia avuto la possibilità di leggere e di conoscere gli scritti di D’Annunzio e ne abbia dato un’interpretazione pittorica. Il sentimento panico della natura intesa come divinità che si fonde con l’uomo, l’idea della gioia di vivere e le ninfe sono le caratteristiche che ritroviamo come leit-motiv in buona parte delle opere del pittore boemo.
Da i.OVO arte e cultura contemporanea 2012 – Dott.ssa Costanza Focardi (giornalista)
Ermione, l’amata di D’Annunzio ne “La pioggia nel pineto”, si mostra “in carne ossa” nelle opere di Vlastimil Košvanec. Le giovani donne dipinte si fondono, sciogliendosi sensualmente nella natura che le circonda. Niente penna, questa volta il panismo si dipinge (…) Le donne di Košvanec giacciono gioiose, immerse in scenari naturali e avvolte da fronde e giunchiglie rese attraverso dense e vorticose pennellate. La pelle giovane e le forme rotonde delle ninfe si tingono della luce verdastra del sole filtrata dalle foglie, rimandandoci ai giochi luminosi degli impressionisti (…) Le morbide forme femminili scivolano e si fondono con la natura concettualizzandosi nei principi del panismo dannunziano “e immersi noi siam nello spirito silvestre, d’arborea vita viventi” scriveva D’Annunzio ne “La pioggia nel pineto”. Così, nella pittura come nella poesia, l’essere umano gode talmente nel profondo del mondo esterno, da divenirne parte, fondendosi con esso.
Prof. Giancarlo Piovanelli, laureato in lettere classiche e storia dell’arte
Vlastimil Košvanec ( 1887/1961) interpreta il panismo D’annunziano
Devo confessare la mia sorpresa davanti a questo pittore, fino ad oggi sconosciuto, grazie a un appassionato collezionista bresciano come Giuseppe Franzoni. Io lo ritengo il maggior pittore slavo del XX secolo, superiore a Mucha, un cartellonista al suo confronto. Il nostro Košvanec ha viaggiato molto, nei Balcani e in Albania ed è stato il ritrattista ufficiale del presidente della Repubblica Ceca Masaryk. L’atmosfera panista pervade tutta la sua opera: dalla Potnia Mater Omero (la nostra Magna Mater) alla Aphaia cretese, è sempre alla ricerca di un gioioso matriarcato, legato indissolubilmente alla natura, come D’Annunzio in letteratura e Debussy nella musica. Tra il 1920 e il 1940 (il periodo più felice) assorbe i colori di Tiziano, Tintoretto e Rubens. È un formidabile ritrattista, a cominciare dal suo spavaldo ritratto nel 1920, con berretta rossa e sigaretta in mano, così diverso da quello del 1957, quando il governo comunista lo ha ormai cancellato dei ranghi artistici (…) D’Annunzio, Košvanec e Debussy costituiscono un formidabile trio letterario, pittorico e musicale.
Dott. Massimo Tarassi (già dirigente alla cultura della provincia di Firenze)
Vlastimil Košvanec (…) un grande artista che sarà riconosciuto anche in altri Paesi d’Europa (…) come il fondatore di un movimento “il panismo”, degno di avere un ruolo eminente nella cultura del Novecento.
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