Vlastimil Emil Košvanec nasce a Karlin (quartiere di Praga) il 14 dicembre 1887. Frequenta il liceo Imperiale Reale superiore ceco. Si iscrive all’università alla facoltà di matematica e fisica ed è affascinato dalle teorie di Einstein. Quindi si iscrive all’Accademia di belle arti, dove annualmente vince il primo premio. Studia con il professor Hynais, sperimentando la tecnica del disegno, della pittura e del paesaggio. Košvanec si muove tra le esperienze realiste, impressioniste, post-impressioniste e simboliste.
L’esperienza all’estero, lo stile artistico e il processo
Intraprende viaggi di formazione all’estero, che dureranno fino al 1939, in Italia, Francia, Austria, Germania, Paesi Bassi, Albania, Jugoslavia e Montenegro. Collabora con alcune riviste satiriche, usando almeno tre pseudonimi per rimanere nell’anonimato a tutela della propria incolumità. È ritenuto uno dei ritrattisti più raffinati, ricercato sia per la sua tecnica che per il suo stile inconfondibile. Impone un gusto ed inventa una moda che affascina l’élite praghese che fa la fila per ottenere un ritratto dall’artista. Contemporaneamente si cimenta in composizioni figurative ambientate in scenari bucolici, allegorici, mitici, con un’accentuazione della joie de vivre. La natura diventa un tutt’uno con la figura femminile e qui esplode in tutta la sua grandezza il panismo che, con ogni probabilità, deriva dalla conoscenza delle opere di D’Annunzio, specialmente l’Alcyone. Scoppiata la seconda guerra mondiale, nell’inverno 1941-1942, durante una colletta per i soldati tedeschi, mette in scena una farsa ritenuta oltraggiosa, donando sette cappotti ai militari. Viene, per questo, accusato di collaborazionismo e viene espulso dall’associazione degli artisti cechi. Nel 1947 viene processato, condannato e imprigionato.
La morte della moglie e gli ultimi anni in isolamento
Nel 1949, la morte dell’amata moglie, lo getta in una profonda crisi depressiva, con un crollo psichico che lo costringe al ricovero in un ospedale psichiatrico. Negli anni 50, dipinge clandestinamente. Košvanec, che era stato un pittore idolatrato dall’élite praghese, vive gli ultimi anni in completo isolamento e miseria, fino a quando, nel novembre 1961, a 74 anni, si spegne dimenticato da tutti.
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